Alla scoperta del Femminino Ciclico – dal matrilineare al patriarcato, la Dea ritorna per portare l’unità –
ALLA SCOPERTA DEL FEMMININO CICLICO
dal matrilineare al patriarcato e il ritorno della Dea che ci conduce verso l’unità
Immagina di prendere un ascensore del tempo e scendere di 30000 anni fa e dare una sbirciatina per vedere cosa è successo, cosa ha scatenato il cambiamento e poi risalire con un senso di unità e completezza che prima non avevi…e finalmente sei pronta a prendere in mano la tua vita con un senso di nuova possibilità…
Dalla ricerca di donne come Marija Gimbutas archeologa e Jutta Voss psicologa e studiosa della mitologia e tante altre donne che si sono appassionate siamo a conoscenza che circa 30.000 anni fa e forse più ha inizio la storia della Dea o Grande Madre.
Reperti archeologici sparsi ci mostrano la sua esistenza nella vecchia Europa e nella parte nord orientale dell’Asia.
Ma anche in Egitto e nelle zone del Medio Oriente fino all’India.
Piccole statuette con i loro grandi seni e grande ventre ci raccontano come la donna fosse considerata un simbolo di fecondità, inoltre la sua capacità di sanguinare senza morire e la connessione naturale con la ciclicità lunare le conferì un aspetto Divino.
In quest’epoca non si hanno ritrovamenti di armi od oggetti da combattimento a parte utensili da caccia e questo ci fa pensare che fossero popolazioni pacifiche che vivevano in armonia con i cicli della natura.
La capacità di creare la vita veniva attribuita solamente alla donna quindi questo era sicuramente considerato un evento misterioso che le conferiva una posizione di grande potere e probabilmente a lei affidati compiti di indirizzare e organizzare la struttura sociale di tali popoli.
Circa 6000 anni fa tribù nomadi guerriere insediarono le zone indoeuropee dando inizio al cambiamento che ci portò lentamente verso il patriarcato.
Queste etnie sono conosciute come gli Ittiti, Achei, Dori e la stirpe degli Ebrei, che arrivarono a onde migratorie tra 6000 e 2000 anni fa invadendo, conquistando e distruggendo le civiltà pacifiche esistenti.
Con la forza e la violenza si presero la terra di queste tribù inermi che venne divisa e frammentata.
Gli invasori affermarono il loro potere fino alla soppressione della libertà rendendo schiavi i popoli conquistati
La successiva scoperta del ruolo maschile nella procreazione cambio ulteriormente le cose e l’uomo ebbe il bisogno di controllare la donna sessualmente assicurandosi la garanzia di una discendenza patrilineare per passare beni e territori conquistati al primogenito maschio.
La donna venne relegata ad un ruolo di seconda classe, a volte persino schiava e divenne proprietà del maschio, limitata alla gravidanza, allattamento, nutrimento e accudimento dei figli.
Nel tempo nacque l’esigenza di stipulare un contratto (matrimonio) con le famiglie di tribù creando alleanze convenienti, che stabiliva la proprietà della donna da parte dell’uomo e il suo ruolo limitato di avere figli con un unico uomo.
Ormai la donna fu costretta a praticare in segreto le arti della Dea perché l’antico culto piano piano venne soppiantato da divinità maschili e la Dea come la terra subì un’inesorabile frammentazione.
Durante l’antica Grecia il culto sopravvisse nella rappresentazione della triplice Dea attraverso il rito Eleusino di Kore-Persefone-Demetra, vita-morte-vita, cioè l’espressione dell’aspetto ciclico del femminino.
Ma le Dee vennero sempre più spesso rappresentate come archetipi separati, con ruoli parziali come la moglie, la sorella, la figlia, la madre o l’amante.
Queste divinità sempre più svilite a ruoli subordinati incarnano un nuovo modo di vivere la divinità tra il sacro e il profano presentandosi nella scena del mondo attraverso vere e proprie telenovele tra i nuovi Dei nascenti.
L’espressione massima della Grande Dea madre del paleolitico ormai è lontanissima e senza più potere.
Il senso di potere che acquisisce l’unica Dea accogliendo in se più qualità femminili perde forza nel momento in cui viene smembrata.
Nel contempo appaiono nuove divinità maschili come Zeus e la sua stirpe di guerrieri piuttosto violenti e sempre meno rispettosi del sacro femminino.
Spesso nei miti rapiscono, violentano, ingannano e tradiscono sia le loro pari Dee, che le comuni mortali.
Sono divinità dominanti che manifestano gli archetipi del padrone, padre, marito, fratello, amante e spesso sono in disaccordo tra loro, vendicativi e violenti.
Mi limito a prendere in considerazione i miti Greci, ma molti popoli in tempi diversi hanno nei loro culti molteplici divinità di cui possiamo studiarne la mitologia , come per esempio in Egitto e in India, dove si esprimono con modalità diverse ma in fin dei conti molto simili. Gli Dei venivano rappresentati come una parodia del mondo umano.
Ma l’evoluzione vuole l’estinzione anche di queste divinità così umanizzate per dare spazio ad una nuova direzione sociale e politica; l’unico Dio, all’inizio anch’esso rigido e punitivo che esercita il suo potere attraverso leggi ferree e restrittive di massimo controllo.
Così abbiamo la religione ebraica risalente a circa 4000 anni fa, quella cristiana di 2000 anni fa, e infine la mussulmana di 1400 anni fa.
Molti banalizzarono il culto della Dea a culto della fertilità considerandolo
“primitivo”, mentre quello del Dio viene considerato “evoluto”.
Certo se per evoluto si intende che da una cosa ne nasce un’altra sono d’accordo ma che sia migliore non direi proprio, soprattutto se consideriamo dove siamo ora e il livello di violenza che ancora perversa sul pianeta.
E ora ti faccio qualche domanda cara amica
Ti sei mai chiesta perché le donne sono così attratte dalle Dee?
E perché in questo tempo si parla così tanto della Dea?
E come mai sempre più uomini sono attratti dalla cultura celtica e altri da pratiche sciamaniche?
La donna non ha mai sentito veramente il collegamento con il Dio
Un Dio irraggiungibile, un Dio che vive in cielo, il cielo è lontano, ci hanno insegnato ad averne paura e guai se non ubbidiamo alle sue leggi, potremmo essere punite, e purtroppo in alcuni paesi è ancora così in modo reale.
Sono culti che ci allontanano sempre più dall’intelligenza del corpo e ci portano sempre più nella mente, ma questo non ci appartiene nel profondo delle nostre cellule…la Dea sta chiamando a alta voce non solo le donne.
Il culto del Dio ha favorito qualità maschili come:
Il fare piuttosto che lo stare
La competizione piuttosto che la cooperazione
Lo sfruttamento piuttosto che la conservazione
La conquista piuttosto che l’integrazione
Ma la Dea dov’è? Come posso riconoscere il suo canto e seguirlo?
La Dea è stata fatta a pezzi, è frammentata
La donna vuole rimettere insieme i pezzi ma non sa come muoversi perché ha solo riferimenti patriarcali che sono efficienti ma non soddisfacenti separati dai principi femminili.
Come fare per mettere insieme i pezzi e ridare vita all’unica Dea,
quella Dea che è allo stesso tempo madre, figlia, amante, amica e vecchia saggia?
La donna ha bisogno di riconoscersi in qualcosa che le è affine, che la riporti a se stessa, al suo corpo al sentire piuttosto che al pensare, la Dea è la Terra, la terra è il corpo della Dea. Ecco perché siamo così tanto attratte dalla Dea e dalla natura. Il corpo è lo strumento attraverso cui l’anima fa l’esperienza sulla terra e la Dea vuole solo ricordarcelo attraverso la natura, i suoi ritmi, i suoi suoni i suoi profumi.
Quando attraversi un bosco, quando ti immergi nel mare, quando cammini a piedi scalzi, quando il sole ti scalda, quando il vento ti scompiglia i capelli, quando puoi stare nuda e ti senti leggera e libera sei la Dea.
Quando annusi la terra, la salsedine, l’odore del tuo amante…allora sei connessa alla Dea, sei Lei. Anche se sei uomo è la stessa cosa.
Riconoscere che nonostante il sistema giudichi sporche le mestruazioni e il sesso un tabù, noi siamo portatrici di questi ritmi ciclici e siamo portatrici di vita.
Onorare tale ciclicità comprendendone il valore e il significato profondo ed essere consapevoli della natura ciclica che ci muove allineandoci ad essa e fluendo con lei assecondandola con amore e gratitudine cambierebbe completamente e radicalmente la sorte dell’umanità.
La ciclicità si basa sul valore dell’accettazione e dell’accoglienza. Il ciclo delle stagioni, del giorno e la notte, della luna che da nera diventa piena ci raccontano il principio di VITA-MORTE-VITA. Ci insegna come le cose nascono, si trasformano e muoiono per rinascere rigenerate, rinvigorite e migliori.
Per la donna è importante ridivenire consapevole di questa ciclicità per passare alle future generazioni la conoscenza che si era persa. Grazie ad alcune donne che hanno mantenuto saldo il collegamento con le memorie cellulari ancestrali stanno permettendo il risveglio di queste conoscenze sempre di più.
In fondo basta saperle risvegliare perchè sono solo assopite nella memoria di tutte noi.
La donna col suo ciclo mestruale è portatrice vivente di questo principio ciclico, ed è proprio attraverso la conoscenza profonda dei misteri della sua ciclicità mestruale che può nuovamente allinearsi e cambiare il paradigma patriarcale in un nuovo paradigma basato sulla cooperazione dei 2 principi maschile-femminile, uomo-donna e creare un mondo migliore.
Se la donna continua a non ascoltare il suo ritmo interno affidandosi ad un sistema che la vuole sempre uguale ed efficiente finisce per soffrire e la Dea urla dentro di lei attraverso malesseri, insoddisfazioni, frustrazioni.
ti sei mai chiesta come nasce la sindrome premestruale?
è la Dea che urla, soffre, ti parla e… tu non l’ascolti
La Dea sta bussando anche al cuore degli uomini, che sono sempre più attratti da forme spirituali come lo sciamanesimo che si sperimenta attraverso le forze della natura e i suoi elementi; la Dea.
Sempre più giovani sono attratti dal lavorare la terra, godendo dei fritti che le offre proprio grazie al rispetto per la ciclicità.
La Dea non è sono un archetipo da cui sono attratte le donne ma anche gli uomini che sentono la fatica di sostenere questo gioco ormai esasperante del patriarcato che spinge allo sfruttamento delle risorse umane e della terra e vogliono integrare sempre più i principi collegati ai cicli della VITA-MORTE-VITA per poter anch’essi tornare ad assaporare il piacere dello spirito nel corpo e vivere pienamente la gioia di essere in armonia con la natura.