Processo di consapevolezza 2… Giudizio e non giudizio
“E mentre c’è chi ripropone la salvezza da parte degli alieni o di Dio, dall’altra parte viene proposta la salvezza da parte della tecnologia… E poi c’è chi invece ti propone di divenire consapevole che ne l’una ne l’altra soluzione può funzionare e salvarti…
E allora cosa funziona veramente?
Ci troviamo sul ponte che ci traghetterà in un’altra era totalmente diversa da questa che abbiamo conosciuto da almeno 2000 anni, del prima non abbiamo informazioni sicure, in questi 2000 anni dopo l’ipotetica venuta del Cristo, ci è stato raccontato di tutto, ne abbiamo preso nota, c’è chi ha scritto libri, c’è chi ha fatto film…
Le nostre menti creative sono state davvero fonti infinita di storie e ognuno ha preso per buone o cattive quelle che erano più in risonanza con chi è diventato nel tempo.
Quello che emerge dentro di me è un senso profondo di solitudine in mezzo al caos…
Un bisogno di tapparmi le orecchie e gli occhi da tutte le informazioni che stanno creando ancora più caos.
Stare con me stessa, accogliermi, prendermi cura, essere un semplice esempio di presenza in quello che vivo per altre persone che come me stanno cercando di trovare quella via di quiete interiore che permette di attraversare questo periodo di transizione e trasformazione potente e irreversibile rimanendo il più possibile integri senza farsi spostare dai idee altrui.
Questo è un passaggio fondamentale, rimanere in osservazione del processo, mentre emozioni contrastanti… sembra che mi spostino da una parte all’altra ma in realtà non succede veramente.
Ciò che osservo di me è che malgrado gli imprevisti e i disagi, le emozioni di frustrazione, rabbia e senso di impotenza, c’è una parte profonda di me che rimane neutra e non giudica, prende nota, attende e piano piano agisce, senza fretta, certo c’è preoccupazione, incertezza, a volte paura, qualcosa collegato alla coscienza unica mi dice di avere fiducia, e lavorare sul radicamento su ciò che ritengo sano per me.
E non mi sposto mai veramente da quello spazio, anche se apparentemente certe volte mi appare il contrario, sono consapevole che in profondità si è consolidato un radicamento nei valori che ritengo importanti, il primo e il più grande è il non giudizio.
Se giudico l’esterno, inevitabilmente sto giudicando me stessa, i miei conflitti interni più profondi più o meno inconsapevoli di esistere.
Se fuori di me esistono 1,2, o 1000 conflitti significa che l’intera umanità sta vivendo questo in modo totalmente inconsapevole.
Chi sono io per giudicare, nessuno può farlo, se dobbiamo attraversare questo disagio ancora più e più volte si vede che questo è il livello evolutivo umano.
Puoi giudicarlo, puoi sentirti giudicato puoi sentirti frustrato, arrabbiato, stai solo sprecando il tuo tempo e la tua energia.
Non giudico chi lotta, chi manifesta, chi si oppone, ma io non sono lì, io sono nella creazione di qualcosa di nuovo mentre osservo il vecchio dentro di me che sta morendo…
E con amorevolezza mi prendo cura di me.”
Grazie di accogliere
Cinzia