21 Giugno – Solstizio d’Estate o Litha per i Celti la “Festa di mezza estate” – Rituale

Litha è la sesta porta dell’anno ed equivale al solstizio d’estate. Il termine deriva dal latino “solstitium” col significato di “sole fermo” poiché il Sole, raggiunta la sua massima posizione sopra l’equatore celeste, inizia la sua fase discendente.

In quanto giorno più lungo dell’anno, Litha celebra il trionfo della Luce, ma anche l’inizio del suo declino.

Per noi il solstizio corrisponde all’inizio dell’estate mentre i Celti lo consideravano una festa di mezza estate, infatti viene ricordato come Midsummer’s Eve. Una famosa Midsummer è quella celebrata in una delle più famose opere letterarie di Shakespeare: “Sogno di una notte di mezza estate” nella quale il drammaturgo ha rappresentato l’aspetto magico di questo momento in cui favola, sogno e realtà si fondono.

A queste notti di mezza estate si fanno risalire certi “convegni di streghe” che si trovavano a danzare sotto le fronde di un albero di noce o di un salice, come le famose “Streghe di Benevento” che erano chiamate “janare” o «Dianare», ossia sacerdotesse di  Diana, la dea romana della luna e dei boschi. Queste donne non erano altro che guaritrici, erboriste, levatrici che conoscevano le proprietà medicamentose delle piante che andavano raccolte nel periodo del solstizio per mantenere le proprie virtù terapeutiche. Erano donne sagge e sapienti che furono trasformate in streghe malefiche e arse sul rogo.

Il periodo di Litha va dal solstizio al 24 Giugno, festa di San Giovanni.

Anticamente i due Solstizi erano chiamati “Porta degli Uomini” (quello estivo), attraverso il quale si entra nel mondo della materia e della manifestazione e “Porta degli Dei” (quello invernale) che rappresenta il passaggio nel regno soprannaturale.

Per i Romani il custode delle porte era Giano, il dio bifronte, signore dell’eternità che aveva uno sguardo al passato ed uno al futuro. Giano era raffigurato con uno scettro in una mano e una chiave nell’altra: il primo simboleggiava il potere regale e la seconda quello sacerdotale. Giano dava il nome al primo mese dopo il solstizio d’inverno (gennaio), il mese in cui la luce inizia, lentamente, a vincere le tenebre.

L’etimologia del nome rivela la sua funzione di guardiano delle porte poiché deriva da “ianua” (“porta” in latino). Si presume che la similitudine tra Giano e Giovanni (Ianus e Iohannes) abbia indotto la Chiesa a festeggiare i due Giovanni nei due solstizi: Giovanni Battista simbolo del Cristo Salvatore nel solstizio estivo e Giovanni Evangelista, che apre la porta del cielo, in quello invernale.

I Solstizi sono quindi un momento di transizione fuori dallo spazio e dal tempo che separano il manifesto dall’invisibile, sono un confine tra il mondo degli umani e le altre dimensioni, tra la materia e il mondo fatato e magico della natura.

Pur non essendo una delle 4 feste del fuoco  (Sahmain, Imbolc, Beltane, Lughnasad) sin da tempi antichi si usava accendere grandi falò e si facevano processioni per i campi con torce accese. Con questi rituali si celebrava la potenza del sole, giunto al suo culmine e contemporaneamente si tenevano lontani gli spiriti maligni.

Questo antico retaggio lo ritroviamo nei “Fuochi di San Giovanni” che si accendono in tutta Europa ancora oggi e annunciano l’arrivo dell’estate.

la Dea fanciulla, che a Beltane aveva celebrato le nozze sacre col giovane Signore del Bosco, ora è gravida e porta in sé il frutto del suo amore per il dio, come la Terra fertile porta la pienezza dei prossimi raccolti.

Lei è la Dea Madre, che si è trasformata nella Regina dell’Estate; lui è il Sole al suo massimo splendore, l’energia e il calore che la nutre e farà maturare i suoi frutti.

Nelle antiche tradizioni mediterranee la Regina dell’Estate può essere paragonata alla dea greca Demetra (Cerere per i Romani), patrona delle messi e dell’agricoltura mentre il dio solare per eccellenza era Apollo.

L’Antico Egitto venerava Rā, quale simbolo di luce, calore e prosperità. Col tempo Horus fu accostato al principio solare divenendo Rā-Horakti, ovvero “Horus all’Orizzonte”.

Il fenomeno celeste del sorgere e del tramontare del sole era rappresentato  dal dogma: “Io sono Khepri al mattino, Rā a mezzogiorno, Atum la sera”. In questo aspetto trinitario del principio solare, Khepri simboleggiava il sole all’alba, Rā il sole allo zenit e Atum al tramonto.

Nelle notti di Litha si raccoglievano diverse erbe che venivano poi utilizzate durante tutto l’anno. Il numero e il tipo di erbe raccolte variava a seconda dei luoghi perché ogni pianta cresceva in determinati territori. Le più comuni erano: verbena, elicriso, salvia, calendula, rosmarino, alloro, lavanda, finocchio, sambuco, piantaggine, menta acquatica ma soprattutto l’iperico, detta anche ”Erba di San Giovanni”, capace di guarire molte malattie e di proteggere la casa dagli spiriti maligni e l’artemisia, pianta consacrata alla dea lunare Diana o Artemide che protegge dal malocchio, secondo le tradizioni popolari.

Inoltre diverse piante aromatiche (timo, ruta, maggiorana) venivano bruciate nei falò, composti di rami di quercia, attorno ai quali la gente danzava per celebrare la vita, il sole e la prosperità.

A questo proposito le leggende nordiche narrano di un’eterna lotta tra due opposte divinità: il Re dell’Agrifoglio, Dio della luce crescente, cioè la metà dell’anno che parte dal solstizio invernale, quando la luce solare inizia ad avere la meglio sulle tenebre e il Re della Quercia, che presiede la metà dell’anno che inizia con Litha, quando il buio comincia a riguadagnare terreno sulla luce.

Se in inverno è il Re dell’Agrifoglio a soccombere, al Solstizio d’Estate è il Re della Quercia a dover cedere il passo. Infatti, sebbene la Terra sia in questo periodo esuberante nella sua fertilità, l’inizio dell’estate rappresenta il giro di boa della luce che comincia a decrescere. In mezzo a questi due contendenti la Dea/Terra/Natura rappresenta un cardine neutrale, simbolo di vita, morte e rinascita.

A livello astrologico il sole entra nel cancro che è un segno d’acqua, e questo fa sì che il solstizio d’estate non sia solo tempo di fuoco ma anche di acqua. Si tratta di un segno legato all’inconscio, alla dimensione dei sogni (di mezza estate), alla fertilità e alla gestazione. Curiosamente il glifo di questo segno zodiacale è composto da due segni spiraliformi contrapposti che ricordano molto il simbolo del TAO, nel quale Yin e Yang si compenetrano, forse indicanti le due metà dell’anno che ora si incontrano.

Pertanto in occasione di Litha la Luna, aspetto del Femminile Divino legata all’acqua, si sposa con il Sole, aspetto del Maschile Divino rappresentato dal fuoco. Così, il Dio, che è nel suo pieno vigore, viene onorato con l’accensione dei falò, mentre l’acqua è celebrata con l’usanza di bagnarsi nella rugiada mattutina, detta anche “Guazza di San Giovanni”, cui sono attribuiti poteri miracolosi: fare ricrescere i capelli, ringiovanire la pelle o addirittura propiziare la fertilità. Non era raro che le giovani donne si bagnassero nude nei prati con la magica rugiada la notte di San Giovanni. Infatti Acqua e Fuoco sono anche gli elementi attribuiti a Giovanni Battista, tramite i quali egli praticava il battesimo.

In alcune culture del nord Europa si usava far rotolare una ruota o una balla di paglia infuocata giù da una collina fino ad un corso d’acqua e, una volta che questa toccava l’acqua, si aveva la conferma di un buon raccolto.

A Stonehenge, migliaia di persone accorrono ogni anno tra il 20 e il 21 giugno per festeggiare l’alba di Litha.

Si deve a un archeologo del ‘700, William Stukeley, la scoperta di una serie di allineamenti astronomici e l’aver conferito una funzione cosmica alla disposizione delle pietre. Difatti è proprio lui che dichiarò per primo che “il monumento era stato direzionato precisamente verso il sorgere del sole nel giorno più lungo dell’anno”, cioè il Solstizio d’Estate.

Inoltre i monoliti di Stonehenge contengono una grande quantità di materiale cristallino (quarzo) che è un ottimo conduttore di energia e, sotto i megaliti, si è notata la presenza di falde acquifere sotterranee e filoni di minerali metallici. Tutti questi componenti del sottosuolo contribuiscono a rendere Stonehenge un luogo di grande energia geomagnetica, ulteriormente intensificata dalla potenza solare.

Pertanto ogni anno almeno 20.000 persone si riuniscono a Stonehenge per celebrare Litha con rituali druidici e saluti al sole nascente.

Stonehenge è un luogo talmente magico e misterioso che ospita centinaia di visitatori anche al Solstizio d’Inverno e agli equinozi.

RITUALE

 

Poiché Litha celebra l’energia solare alla sua massima potenza, sarebbe auspicabile accendere un piccolo fuoco all’aperto.
Se ciò non fosse possibile si potrà celebrare il rituale in casa.

Se qualche streghetta è in vena di preparare pozioni magiche, oltre alle erbe curative, rigorosamente raccolte all’alba del periodo di Litha, può preparare il nocino per l’occasione.
Le noci devono essere sempre dispari, di solito 33 per litro di alcol (qualcuno dice 39). La regola dice che bisogna raccoglierle prima che arrivi la guazza di San Giovanni.

Decorazione dell’altare:

  • legna da bruciare: quercia
  • immagini del sole, alberi colmi di frutti, campi di grano maturo (una tovaglia con girasoli va benissimo)
  • candele verdi, azzurre, gialle, rosse, oro, in questo caso un piccolo recipiente con acqua e candele galleggianti sarebbe appropriato
  • per chi vuole, uno specchio che rifletta la luce delle candele
  • verdura e frutta fresca con predilezione per quei cibi di colore giallo e arancio
  • fiori gialli, arancio, rossi, ghirlande di fiori, spighe di grano, erbe aromatiche
  • non c’è una divinità specifica a cui rivolgersi, si può onorare la Grande Madre per i frutti e le energie che ci dona. Quindi immagini di Dee Madri e tutte le divinità del Sole
  • cristalli: quarzo citrino, ambra, corniola, diaspro rosso, occhio di tigre
  • fatine, streghette, draghi, gnomi
  • rondini, colombe, tutti gli uccelli estivi, cavalli, mucche
  • biscotti, birra chiara, idromele, succhi di frutta, nocino

Si può creare un sacchettino di protezione utilizzando erbe o cristalli.

Per iniziare, possiamo “purificare” la casa con mazzetti formati da alloro e salvia, lavanda, incensi fioriti o palo santo.

Quando è tutto pronto, invochiamo i quattro elementi e le quattro direzioni e recitiamo la nostra invocazione:

Salute a te Sole nel giorno del tuo trionfo!
Salute a te Grande Madre Terra,  io ti onoro e onoro i tuoi frutti benedetti
Benedici ognuno di noi con abbondanza

Ora é il tempo della purificazione e della protezione

Ora é il tempo di tagliare con tutte le esperienze passate

Chiedo al fuoco di bruciare il superfluo e tutto ciò che non mi é più utile nel mio cammino evolutivo

Celebriamo il Solstizio d’Estate e celebriamo la vita!

Alla fine offriamo libagioni al Sole/Luna, brindando alle ricchezze dell’estate.

All’aperto si può accendere un falò, meditare sui significati di questa festa, leggere poesie, suonare musica e soprattutto danzare e divertirsi celebrando l‘esistenza attorno al fuoco.

Buona Festa di mezza estate!

Maria Maffucci